lunedì 23 marzo 2009

Casting



Mi sono svegliato nervoso. la foto testimonia la mia inquietudine interiore. Lo dice il premier. Lo testimonia Emilio Fede lanciando un servizio: “Ma quale crisi? Negli ultimi mesi è aumentato il tempo che gli italiani dedicano agli hobbies. Lunghe passeggiate in centro, ristoratrici giornate al parco...”. Ti credo io, un disoccupato si ingegna. La crisi non ci sarà, ma ho deciso di affittare una stanza, per pagarmi le sigarette. Un annuncio assai spartano: “Affittasi stanza singola a persona tranquilla. Prezzi modici ed ambiente free.”.
“ambiente free” deve aver traviato una coppia di omosessuali con le sopracciglia spennate. Nulla in contrario, ma l'idea di vivere ascoltando i mugolii di due froci che si accoppiano, non mi allettava. Gliel'ho detto. Hanno risposto altre cinque persone. Ho fissato alcuni appuntamenti ieri, altri settimana prossima.
Dal balcone ho scrutato il primo pretendente. Un tizio sovrappeso, coi dread legati in una coda di cavallo e un enorme zaino a tracolla. Gli ho aperto ugualmente. Magari aveva portato una birra. Non l'aveva portata. L'ho mandato via.
“Mi dispiace, l'ho già affittata.”.
“Ma come, ieri sera mi ha detto che era disponibile!”.
“Ho chiuso stanotte. Problemi?”.
Se n'è andato scrollando le spalle.
Ha citofonato in modo isterico il secondo. Ho aperto. Un ragazzo castano, con la capigliatura squadrata e la montatura degli occhiali sottile. Studente in lettere e filosofie. Il viso smunto ed un sorriso raggelante. Gli occhi da timido maniaco deviato. Somigliava in modo inquietante ad Alberto Stasi, il presunto killer di Chiara Poggi. L'ho tenuto sulla soglia.
“Mi spiace, ma non cercavo uno studente.”. Se n'è andato senza tirare fuori l'accetta dallo zaino.
Poi è toccato ad una ragazza. Confesso che ho avuto una corrispondenza via mail la sera precedente, con la candidata. Sondato per bene la sua personalità, in modo professionale. Alla fine mi ha inviato cinque foto in allegato. Tre in bikini arancione durante le vacanze in Grecia. Altri due autoscatti casalinghi, ammiccanti. Niente male, davvero. forse voleva corrompermi.
Non sono contrario alla convivenza con le ragazze. Da studente ho avuto in casa due tizie simpaticissime, per sei mesi. Spendevamo le nostre serate di solitudine, tutti e tre nudi nello stesso letto. Nell'amicizia più spassionata e sincera. Persi 9 chili, mi bruciava il cazzo in modo perenne, ma riuscii a laurearmi. Riempivo i tempi morti, tra un gioco e l'altro, studiando. Grazie a loro sono un dottore. Uau! Ma adesso sono un uomo maturo. Certe cose non mi attraggono più molto. Come consuetudine, almeno.
Ho aperto. Una biondina di un metro e sessantuno con le scarpe basse. Era quella delle foto. Vestita rendeva ugualmente. Ventiquattro anni, ma ne dimostrava diciannove. Le ho mostrato la stanza e la casa. Pareva entusiasta ed apprensiva. Due chiappe tonde che scoppiavano fasciate in jeans attillati e le tette strizzate in una maglia nera sotto il giubbetto sbarazzino. L'ho fatta sedere. Si è sfilata la borsetta rosa da teenager e mostrato una luce maliziosa negli occhi scuri, truccati in modo leggero.
Ho assunto l'espressione di Morgan che tracanna coca-cola(coi capelli siamo lì), e l'ho interrogata minuziosamente. Segnavo dei “più” e dei “meno” sul block notes, con l'aria severa. Lei aveva la faccia sempre meno divertita, man mano che incalzavo con le domande. E le guardavo lo spacco delle tette.
Ho voluto sapere tutto. Dopo un quarto d'ora di interrogatorio, ha sbottato. Aveva gli occhi imploranti.
“Scusa, ma a me serve solo una stanza, non capisco quest'interrogatorio...poi ti ho già scritto tutto via mail!”.
(bel caratterino la ragazza! Altro “meno” sul blocchetto).
“E' giusto per conoscersi un po'. Io non ci sono mai a casa. Forse a fine mese mi trasferisco altrove.”.
Mi ha guardato come fossi un pericoloso deviato mentale. Le ho offerto una sigaretta, facendo un bel sorriso sdrammatizzante.
“Non fumo.”. (Altro doppio “meno”.).
“Senti, ma come potrai vedere, non faccio caso all'ordine...”.
“Nemmeno io...”.
“In ogni caso condivideremo solo la cucina. Io non cucino mai.”.
Ora era sul punto di chiamare i vigili. Ho proseguito.
“E' giusto chiarirtelo. Diciamo che io non faccio una vita regolare...viaggio molto, ci vedremo poco.”.
“Lo avevo capito che non eri uno regolare. Sei agente di commercio?”.
“Una specie. Poi potrà capitarti di vedermi nudo che giro per casa, che sbatto contro i mobili. La mattina è un momento delicato.”.
“Non è mica un problema, ne ho visti uomini nudi. Nemmeno io mi faccio problemi a stare nuda davanti alla gente.”.
“Si, dalle foto avevo intuito qualcosina...”.
“Sono una ragazza normale.”.
Poi l'ho congedata.
“Ok. Ti farò sapere a breve.”. Si prova un sadico piacere di rivalsa nel pronunciare quella frase.
Ho tracciato velocemente un profilo. Disinibita, naif, discotecara, amante del sesso promiscuo e della fellatio con ingoio. Sotto i ventisei anni hanno tutte il culto del pompino con ingoio. E' la prima cosa che imparano, poi vengono le moltiplicazioni e tre cifre. Non si sbaglia, le mie statistiche parlano chiaro. Posseggo un libro nero. E' il trend delle ragazze giovani e rampanti.
Malgrado queste buone credenziali, non l'ho reputata idonea per una convivenza armonica. Non mi piaceva. Troppo giovane, troppo sicura, troppo sciocca. Poi, nessun legame sentimentale per scelta, molti amici uomini. Appassionata dei festini privati e degli abbienti nullafacenti. Una tizia che preferisce una convivenza coi ragazzi, perché le donne sono gelose. L'invidia delle donne è direttamente proporzionale al grado di mignottaggine dell'invidiata. Si sa. L'idea di mettermi in casa una puttana che non sia la mia, non è il massimo. Respinta! Ma il numero l'ho tenuto. Si sa mai.
Mi sono coricato con lo stesso nervosismo spirituale. Magari chiamo la biondina.

4 commenti:

  1. Ci provo da sempre, a condividere i miei spazi.Abbastanza ampi da non rischiare quasi nemmeno di incontrare i probabili (o gli improbabili) coinquilini.
    Ma poi sento di aver bisogno di tanto, troppo ossigeno. E allora lascio perdere e rimando al mese successivo.
    Da quando ci penso son passati 5 anni...esattamente 60 mesi e 81 giorni...
    Forse è ora che io smetta di pensarci...

    RispondiElimina
  2. La mia non è voglia di vivere con qualcuno. Solo una banale necessità di comprare le sigarette. Rollare il tabacco dopo un pò stanca.

    RispondiElimina
  3. Mi hai fatto scompisciare dalle risate...

    RispondiElimina
  4. Certo che di stronzate, filosofiche, ma sempre stronzate ne spari!
    Troppo sicuro di te stesso, ma rriverà un giorno in cui anche tu crollerai...Sigarette, alcol e vita da single ti fanno credere figo...?
    Contento te!!!

    RispondiElimina

Dedicato a chi non lo leggerà mai.